Il Bio-distretto si costituisce il 31 agosto del 2016 in una partecipata assemblea a Santa Domenica Talao (CS), con il nome di Baticòs (acronimo di BiodistrettoAltoTIrrenoCOSentino); elegge Presidente Giovanni Bellusci, Azienda Agrituristica “Montesalerno” di Cirella (CS). Ad ospitare l’assemblea è il giovane Vincenzo Lentino, nella sua azienda già da anni biologica e tuttora sede legale di Baticòs. Come previsto dal disciplinare AIAB (Associazione Italiana Agricoltura Biologica), cui Baticòs aderisce, la costituzione ufficiale era stata preceduta da mesi di lavoro, in qualità di Comitato Promotore del futuro Bio-distretto; già allora si poteva contare su una discreta rete di agricoltori, associazioni e sull’adesione delle Amministrazioni Comunali di Buonvicino, Belvedere e Aieta. In seguito si sono aggiunte le Amministrazioni Comunali di Verbicaro e Cetraro. L’area di azione si è molto ampliata e va ormai da Tortora fino ad Amantea e San Marco Argentano, un territorio vastissimo, perché comprende naturalmente fascia costiera e soprattutto zone di montagna; proprio a causa di questa vastità, abbiamo definito le zone di intervento, con agricoltori referenti per ogni zona. Attualmente, dall’autunno 2019, i soci sono circa 70, di cui 30 tra produttori e aziende agricole. Baticòs è membro del Gal “Riviera dei Cedri” ed è il 15° Bio-distretto in Italia nella rete IN.N.E.R. (International Network of Eco Regions), che ha molto sostenuto la “partenza” di Baticòs e con cui manteniamo buone relazioni e scambi informativi.
L’elemento aggregante è stato, dal primo momento, la salvaguardia della Salute delle persone e dei territori: ci sembrava intollerabile che in un’area rurale, priva di insediamenti industriali e di inquinamento urbano, ci fosse un picco di patologie tumorali e degenerative altissimo e un diffuso allarme nella popolazione. Dunque l’attenzione è stata rivolta al rapporto tra terra, cibo e salute, alla riconversione delle aziende verso metodi di coltivazione biologica e al contempo ad un’azione di informazione e contrasto all’uso spropositato di pesticidi, alla contaminazione delle acque, al mancato controllo sulle discariche, all’abitudine di roghi tossici nelle campagne.
E’ risultato subito evidente che il territorio in questione, che inizialmente andava da Tortora a Belvedere, fosse una realtà complessa nelle sue peculiarità: una meravigliosa natura sovrana, ma con una morfologia del territorio impervia, scarsità di aziende e frazionamento dei terreni in piccolissimi appezzamenti a carattere famigliare; l’età media degli agricoltori è molto avanzata e l’emigrazione dei giovani ancora in corso. Tale situazione ovviamente conduce ad un ulteriore abbandono dei terreni, incendi, dissesto idrogeologico, spopolamento delle aree interne e dei bellissimi borghi. Questo processo è stato accompagnato nel tempo da un grave disinteresse della politica e delle strategie di sviluppo, più orientate verso le grandi aziende agricole di altre aree regionali o verso il turismo costiero.
Data, dunque, la natura del territorio e la tipologia delle realtà operative, il piano strategico di Baticòs prevede tutte le azioni mirate a favorire l’associazionismo dei micro-produttori verso produzione biologica, commercio a filiera corta, multifunzionalità dell’azienda agricola, destagionalizzazione del turismo e incremento del turismo rurale, a partire dai borghi interni. In tale contesto, quello della cooperazione tra piccoli agricoltori è il punto centrale, al fine di affrontare in comune carenze e difficoltà, potenziare le risorse, aumentare l’offerta e superare diffidenza e divisioni, spesso grande, grandissimo ostacolo alla crescita.
Ma quali vantaggi ha prodotto il “fare rete”? Quelli “materiali” sono stati un incremento, anche se modesto, dei guadagni provenienti dai mercati, dalla vendita in azienda, da un iniziale circuito Gas (Gruppo di Acquisto Solidale), da ospitalità e turismo rurale, da incarichi nei progetti. Una indiscussa ricaduta deriva da maggiore visibilità: aziende che aderiscono al Bio-distretto hanno raggiunto circuiti importanti come le “vetrine” del MIPAF. A questi si affiancano i vantaggi cosiddetti “immateriali”, quali la spinta ad andare avanti, il superamento di conflitti, il potenziale derivante dall’ incontro. Nessuno di questi aspetti può essere trascurato, se si ha una visione d’insieme, capace di unire le grandi sfide globali della sovranità del cibo e dei cambiamenti climatici con le istanze locali.
Ma come si muove quotidianamente Baticòs sul territorio? L’impegno principale è quello di consolidare e ampliare la rete di aziende agricole, agriturismi, coltivatori, allevatori, cooperative agricole, vivaisti, fornitori di prodotti per l’agricoltura, laboratori di trasformazione, ristoratori e farli collaborare il più possibile tra di loro. L’attività di Baticòs, pur partendo dall’ambito strettamente agricolo, è anche rivolta a un lavoro di Informazione e Formazione più ampio, non solo tra gli agricoltori. L’attenzione va soprattutto alle scuole e a tutte quelle iniziative culturali aggreganti, mirate a una “ripresa della vita” nelle campagne e nei borghi. Ottimizzare le potenzialità di aziende e case rurali è un passaggio obbligato: produzioni sane, cucina contadina, inclusione sociale, percorsi multifunzionali e turismo naturalistico sono indispensabili alla sopravvivenza stessa dell’azienda o del nucleo famigliare.
L’Alto Tirreno Cosentino, tradizionalmente definito “difficile”, inizia a delineare una sua identità: la scarsa presenza di agricoltura intensiva, che da sempre è considerata una criticità, paradossalmente costituisce il suo punto di forza, a partire dal grandissimo patrimonio di biodiversità. In quest’ ambito un importante risultato è l’apertura della “Casa delle Sementi dell’Alto Tirreno Cosentino”, realizzata in collaborazione con “Centro Internazionale Crocevia Calabria”. Attualmente la Casa delle Sementi è situata presso l’Istituto Agrario di Cirella, grazie ad un Protocollo d’Intesa con la Scuola. Ci auguriamo che possa essere una risorsa anche per l’Istituto Agrario, l’unico ormai sull’Alto Tirreno Cosentino, un presidio scolastico importantissimo in un territorio a vocazione rurale, che richiede continua formazione di tecnici ed esperti in agricoltura.
In questi tre anni, e ne siamo grati, abbiamo avuto ampio sostegno e partecipazione da associazioni, dipartimenti universitari e scuole, enti e amministrazioni comunali, tutti soggetti fondamentali in un bio-distretto, accanto agli agricoltori, che ne sono i protagonisti. Non sempre è stato facile in una composizione assolutamente trasversale far convivere soggetti diversissimi, non abituati ad azioni comuni, ma questa è la sfida più importante. Se si vuole agire per un modello di sviluppo sostenibile serve necessariamente la partecipazione attiva di tutte le componenti. C’è molto da fare ancora per crescere, c’è bisogno della partecipazione di tutti per un cambiamento radicale, per noi e per quelli che verranno. Servono competenze, risorse umane e finanziarie, c’è bisogno di persone con i piedi ben piantati nella terra, ma che abbiano voglia di “pensare” e sappiano ancora sognare. In fondo, per generare un cambiamento, si parte sempre da una visione e da un sogno.